04 Apr

Come affrontare la tristezza: suggerimenti

 

Tristezza
per favore va via
tanto tu in casa mia
no non entrerai mai
c’e’ tanta gente
che ha bisogno di soffrire
e che ogni giorno piange un po’
invece Ornella
vuole vivere e cantare
e deve dirti di no

recitava la famosa canzone cantata da Ornella Vanoni.

Per alcune persone la tristezza è inaccettabile e non la riconoscono, le danno un altro nome, o negano a sè stessi di provarne.

Cercano di distrarsi, di impegnarsi in tante cose  pur di non sentirla.

Altri non appena si sentono leggermente tristi, non vedono l’ora che “passi presto”.

Sentirci tristi proprio non ci piace!

Ma a volte sembra che più cerchiamo di mandarla via, più la tristezza ritorna e dura ogni volta di più.

La tristezza NON è, come molti pensano un’emozione negativa!

Non lo è, perchè le emozioni negative non esistono!

In realtà, secondo la psicologia, le emozioni non sono nè positive nè negative.

“Che vuol dire che non esistono?” Potreste pensare…

“Quando mi sento triste o arrabbiato/a non può essere una cosa positiva, perchè non mi sento a mio agio se sono triste o arrabbiato/a”

Le emozioni possono essere spiacevoli o piacevoli da provare ma sono TUTTE immancabilmente POSITIVE!

“Come è possibile?” Vi starete, forse, chiedendo.

Le emozioni sono tutte positive, perchè sono come segnali stradali che ci indicano se la strada che stiamo percorrendo è quella giusta per noi.

Fungono da bussola.

Le emozioni ci forniscono informazioni preziosissime su come stiamo, se stiamo andando nella direzione che vogliamo.

Se questo non avviene, la tristezza fa capolino nella nostra vita e perdura fino a quando non aggiustiamo la rotta.

Sentirsi tristi non è certo piacevole, per questo tendiamo a scacciare via la tristezza in ogni modo possibile (anche in modi non appropriati, non solo non utili ma a volte addirittura dannosi per il nostro benessere  e per la nostra salute)

La tristezza compare per dirci qualcosa! Cosa?

Lo possiamo scoprire soltanto Noi.

Possiamo scegliere di metterle il bavaglio, ignorarla, rifuggirla e non ascoltarla oppure metterci in ascolto e sentire cosa vuole dirci di utile per farci star bene.

La tristezza è un’alleata preziosa per la nostra felicità.

Prima di ascoltare cosa ha da dirci la nostra tristezza, è importante però che impariamo a porci delle domande .

 

Ma come capire se le domande che ci stiamo ponendo sono quelle giuste per noi?

Quando le domande sono quelle giuste, arrivano le risposte che stiamo realmente cercando.

E le riconosciamo perchè emergono in modo chiaro e autentico,  le sentiamo subito vere, sentiamo che sono proprio le risposte di cui abbiamo bisogno in quel momento della nosta vita.

Non sempre, ascoltando la nostra tristezza, riceviamo le risposte che ci aspettavamo.

Anzi quasi mai, perchè se così fosse non avremmo avuto bisogno di fermarci a riflettere sui motivi della nostra tristezza, poichè tutto ci sarebbe già apparso chiaro in origine.

Se invece le risposte che troviamo non ci fanno suonare “un campanellino interiore”, se non sentiamo che sono profondamente “vere” per noi, allora probabilmente:

  • ci stiamo ponendo la domanda sbagliata, cioè che non è davvero utile in quel momento,
  • oppure nel darci la risposta a quella domanda ci stiamo probabilmente autoingannando.

Ci raccontiamo quello che vogliamo, ciò che ci fa più comodo, ma non è davvero quella la risposta di cui abbiamo bisogno, la risposta che ci consentirà di dare una svolta alla nostra situazione.

Quando ci sentiamo tristi, prendiamolo come un segnale di STOP.

Fermiamoci e chiediamoci:

COSA mi fa sentire triste in questo momento?

Ascoltiamoci,  accogliamo le risposte che ci arrivano, senza giudicarle nè scacciarle via e aggiustiamo la nostra rotta ogni volta che sarà necessario, ogni volta che la tristezza farà la sua comparsa nella nostra vita.

 

Più ci alleneremo a porci domande e a non volere evitare la tristezza a tutti i costi, rimanendo in ascolto di ciò che vuole suggerirci, e sempre più rare saranno le volte che essa verrà a farci visita.

 

Fino a quando un giorno dopo tanto allenamento,  riusciremo ad accoglierla dicendole: “Benvenuta tristezza, cosa vuoi dirmi stavolta? Cosa ho bisogno di vedere che non sto vedendo? Cosa ho bisogno di imparare per sentirmi felice?”

La tristezza può essere un’opportunità per capire cosa ci rende felici, allora perchè cercare di mandarla via a tutti i costi?

Forse se la Vannoni  leggesse questo articolo, oggi canterebbe una canzone diversa, che ne dite?

 

 

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