27 Gen

Viktor Frankl: come sopravvisse ai lager nazisti.

Viktor Frankl nel 1975

Nel Giorno della memoria
non posso fare a meno di domandarmi:

come si riesce a sopravvivere ad un’esperienza così?

Resistenza è la parola che rieccheggia nella mia mente.
Avete mai sentito parlare di Viktor Frankl?
Viktor Frankl, per me è un simbolo della resistenza.

Neurologo, psichiatra e filosofo, fu deportato in diversi campi di concentramento, in cui perse tutta la sua famiglia.
Riuscì a sopravvivere ai lager nazisti, al tifo e alla perdita delle persone che amava.

Avrebbe potuto arrendersi, lasciarsi morire o sopravvivere e non riprendersi mai più da una simile esperienza. Non fece niente di tutto ciò.
Una volta finita la guerra, scrisse invece diversi libri tra cui Uno Psicologo nei Lager.
Fondò la Logoterapia, un approccio psicoterapeutico che si basa sulla riscoperta del significato dell’esistenza dell’essere umano.
Scelse di mettere la sua terribile esperienza al servizio delle persone, allo scopo di aiutarle concretamente ad affrontare le proprie difficoltà.
Frankl aveva compreso che il senso che diamo alla nostra vita ci aiuta a fronteggiare anche le peggiori avversità.
Come ha fatto Frankl a sopportare la vita nel campo di concentramento?
Come lui stesso ha spiegato è riuscito a sopravvivere anche grazie a due cose:
all’aver preso sin da subito una decisione a cui ha tenuto fede per tutto il periodo della deportazione
In quella prima notte trascorsa ad Auschwitz, mi sono giurato, per così dire con una stretta di mano di non « correre nel filo spinato ». Con questa espressione, molto usata nel Lager, s’indicava il più comune tipo di suicidio: toccare il filo spinato ad alta tensione”

(Viktor Frankl)

nonostante si fosse sin da subito reso conto della situazione in cui si trovava, scelse la vita, giurò a sè stesso di non mollare,
all’essersi creato uno spazio interiore dove poter trovare la libertà, anche se di fatto, era prigioniero
Tutto può essere tolto ad un uomo ad eccezione di una cosa: l’ultima delle libertà umane – poter scegliere il proprio atteggiamento in ogni determinata situazione, anche se solo per pochi secondi.” (Viktor Frankl)
Riuscendo a trovare la libertà dentro di sè e ad andare oltre ciò che era costretto a subìre, poteva ricordarsi di essere sempre e comunque un uomo, malgrado tutto all’esterno volesse farglielo dimenticare.
Il nostro atteggiamento interiore può fare la differenza nel modo in cui affrontiamo le prove difficili che la vita ci presenta, Frankl ce l’ha dimostrato.
Resistere quando tutto sembra ormai perduto, quando ogni cosa sembra perdere senso.
Resistere all’insensibilità, all’indifferenza, all’intolleranza verso tutto ciò che ci appare diverso.
Resistere al cinismo, alla prevaricazione, ai soprusi, all’ingiustizia, resistere a tutto questo ci permette di restare umani, di migliorarci come persone, di tenere fede ai nostri valori che danno senso alla nostra esistenza.
In questo Giorno della Memoria ricordo a me stessa quanto è importante non perdere ciò che ci rende meravigliosamente unici, poichè l’uomo “è un essere che decide sempre ciò che è. » (Viktor Frankl)

cos'è l'uomo v Frankl