30 Mag

Ciao Francesco, grazie Capitano!

Come lui stesso ha detto nel suo discorso in cui ha annunciato il suo ritiro:

per 25 anni Francesco Totti si è espresso “con i piedi”.

Una carriera di successo, una vita felice, frutto però di duro lavoro, perseveranza, determinazione, momenti anche bui e scelte difficili. Come quella, ad esempio, di rinunciare a compensi stratosferici, che gli sono stati offerti negli anni, per poter restare alla sua Roma e vivere nella sua città, dove è nato e cresciuto, accanto alle persone che ama.

Per alcuni come lui, il talento è lampante, per altri si palesa gradualmente, per altri ancora è ben nascosto dall’ansia e dalla paura di non essere all’altezza, di non essere abbastanza.

Per tutti, nessuno escluso, però va coltivato, curato con dedizione, impegno, perseveranza.

Va tutelato dagli imprevisti,  protetto dalla sfiducia e dagli ostacoli che inevitabilmente si presenteranno.

Anche se apparentemente la strada  può sembrare “tutta in discesa”, in realtà non è mai così.

Anche  quando suo padre gli diceva che col pallone era più bravo suo fratello Riccardo, Francesco Totti non si è arreso e ha continuato ad allenarsi fino a quando (almeno spero!) suo padre  si è ricreduto!

Anche quando si è infortunato, non si è lasciato abbattere, non ha mollato.

 

 

 

 

Ma c’è di più!

 

Cosa secondo voi lo ha reso “il Capitano”?

Cosa lo ha reso così speciale ai nostri occhi, tanto da far commuovere uno stadio intero, (cronisti compresi) e sentire un  grosso nodo alla gola a tutti noi, mentre annunciava il suo ritiro all’ Olimpico?

Senza dubbio la sua abilità in campo, ma certamente anche la passione e la dedizione al calcio e alla sua squadra, l’amore che ha sempre manifestato per la sua città, per la sua famiglia e per il suo lavoro.

Chi ama fare così tanto ciò che fa, come Francesco Totti, suscita stima, ammirazione e amore nei suoi tifosi, nei suoi colleghi, nei suoi compagni di squadra, nelle persone a lui più vicine e in generale in chi lo guarda mentre fa ciò più ama fare.

E’ nel calcio che Totti rivela tutto il suo talento.

Esprimere  il nostro talento ( o i nostri talenti), qualunque esso sia,

significa darci l’opportunità di manifestare ciò che siamo, dare spazio e voce alla parte migliore di noi stessi.

Traiamo grande gioia, soddisfazione e appagamento personale, dal comunicare al mondo il nostro talento, e tutto ciò si riflette positivamente su tutte le altre aree della nostra vita e sulle persone che ci stanno accanto. L’amore che proviamo per ciò che facciamo si diffonde in tutto ciò che ci circonda, creando  un circolo virtuoso di positività, che si propaga di persona in persona.

Francesco Totti con la sua famiglia all’annuncio del suo ritiro.

Quando invece, molliamo, ci scoraggiamo, lasciamo andare perchè  pensiamo sia troppo difficile o perchè non ci crediamo fino in fondo, a perdere non siamo solo noi, che lentamente cominciamo a spegnerci ma il nostro mondo intero.

Ogni volta che qualcuno rinuncia a perseguire il proprio sogno, a manifestare il proprio talento, sottrae ad altre persone l’opportunità di beneficiarne e  il valore che quel talento crea nelle loro vite.

Ve lo immaginate cosa sarebbe accaduto se Totti avesse abbandonato il calcio prima ancora di diventare il campione che è oggi?

Di quante  grandi emozioni ci avrebbe privato in questi 25 anni della sua straordinaria carriera?

Ciascuno a suo modo può diventare campione nella propria vita. Non è necessario avere doti straordinarie ed essere personaggi famosi.

Ognuno di noi possiede dei tratti unici che opportunamente sviluppati creano il nostro talento.

Quando  però rinunciamo ad esprimerlo, quando rinunciamo ai nostri sogni, rinunciamo ad una parte importante di noi stessi, quella che ci rende unici, colora la nostra quotidianità e imprime una direzione alla nostra esistenza.

Ecco perchè:

scoprire il nostro talento, esprimerlo al meglio e condividerlo con gli altri ci rende persone migliori, più soddisfatte  e realizzate e in definitiva più felici.

Dal mio punto di vista è essenziale che sempre più persone si attivino per esprimere le proprie doti personali al meglio delle loro possibilità, poichè tutti beneficeremmo degli  effetti che esse produrrebbero.

Sono convinta che:

creando valore nella nostra vita, ne creeremo anche nella vita di altre persone e in definitiva daremo il nostro contributo nel rendere il mondo un posto migliore per noi stessi e per gli altri.

Totti Ambasciatore dell’Unicef

 

 

 

 

 

 

 

Vi sono molti modi per manifestare la propria unicità, uno stesso talento può essere declinato in ambiti e settori differenti.

Personalmente ho voluto fortemente tradurre il “mio talento”  nel mio lavoro, ma sono consapevole che  avrei potuto farlo anche in altri ambiti e in altri modi, e non escludo di poterlo fare un giorno.

A volte è necessario chiudere dei capitoli per aprirne di nuovi ed è ciò che Francesco Totti sta vivendo ora.

<<E’ difficile spegnere la luce>> ha detto Francesco Totti nel suo discorso, forse per lui si spegneranno le luci della ribalta, ma la luce che il suo talento emana, quella no, non si spegnerà mai.

L’amore, l’affetto e la stima da cui è circondato ne sono la testimonianza!

Anche se, come lui stesso ha dichiarato, “ora ha paura” per il cambiamento che sta vivendo, sono convinta che non ci sia nulla da temere,  perchè qualunque nuova avventura Francesco Totti vorrà intraprendere, continuerà ad essere illuminata da quella stessa luce che finora  ha guidato e illuminato la sua carriera.

Roma e (non solo)  non dimenticherà mai il suo Capitano! Perchè questi 25 anni della sua carriera non appartengono solo a lui, ma costituiscono una parte della vita di tutti noi (tifosi e non!).

Buona fortuna a lui e a chi non rinuncia al proprio talento!

 

27 Gen

Viktor Frankl: come sopravvisse ai lager nazisti.

Viktor Frankl nel 1975

Nel Giorno della memoria
non posso fare a meno di domandarmi:

come si riesce a sopravvivere ad un’esperienza così?

Resistenza è la parola che rieccheggia nella mia mente.
Avete mai sentito parlare di Viktor Frankl?
Viktor Frankl, per me è un simbolo della resistenza.

Neurologo, psichiatra e filosofo, fu deportato in diversi campi di concentramento, in cui perse tutta la sua famiglia.
Riuscì a sopravvivere ai lager nazisti, al tifo e alla perdita delle persone che amava.

Avrebbe potuto arrendersi, lasciarsi morire o sopravvivere e non riprendersi mai più da una simile esperienza. Non fece niente di tutto ciò.
Una volta finita la guerra, scrisse invece diversi libri tra cui Uno Psicologo nei Lager.
Fondò la Logoterapia, un approccio psicoterapeutico che si basa sulla riscoperta del significato dell’esistenza dell’essere umano.
Scelse di mettere la sua terribile esperienza al servizio delle persone, allo scopo di aiutarle concretamente ad affrontare le proprie difficoltà.
Frankl aveva compreso che il senso che diamo alla nostra vita ci aiuta a fronteggiare anche le peggiori avversità.
Come ha fatto Frankl a sopportare la vita nel campo di concentramento?
Come lui stesso ha spiegato è riuscito a sopravvivere anche grazie a due cose:
all’aver preso sin da subito una decisione a cui ha tenuto fede per tutto il periodo della deportazione
In quella prima notte trascorsa ad Auschwitz, mi sono giurato, per così dire con una stretta di mano di non « correre nel filo spinato ». Con questa espressione, molto usata nel Lager, s’indicava il più comune tipo di suicidio: toccare il filo spinato ad alta tensione”

(Viktor Frankl)

nonostante si fosse sin da subito reso conto della situazione in cui si trovava, scelse la vita, giurò a sè stesso di non mollare,
all’essersi creato uno spazio interiore dove poter trovare la libertà, anche se di fatto, era prigioniero
Tutto può essere tolto ad un uomo ad eccezione di una cosa: l’ultima delle libertà umane – poter scegliere il proprio atteggiamento in ogni determinata situazione, anche se solo per pochi secondi.” (Viktor Frankl)
Riuscendo a trovare la libertà dentro di sè e ad andare oltre ciò che era costretto a subìre, poteva ricordarsi di essere sempre e comunque un uomo, malgrado tutto all’esterno volesse farglielo dimenticare.
Il nostro atteggiamento interiore può fare la differenza nel modo in cui affrontiamo le prove difficili che la vita ci presenta, Frankl ce l’ha dimostrato.
Resistere quando tutto sembra ormai perduto, quando ogni cosa sembra perdere senso.
Resistere all’insensibilità, all’indifferenza, all’intolleranza verso tutto ciò che ci appare diverso.
Resistere al cinismo, alla prevaricazione, ai soprusi, all’ingiustizia, resistere a tutto questo ci permette di restare umani, di migliorarci come persone, di tenere fede ai nostri valori che danno senso alla nostra esistenza.
In questo Giorno della Memoria ricordo a me stessa quanto è importante non perdere ciò che ci rende meravigliosamente unici, poichè l’uomo “è un essere che decide sempre ciò che è. » (Viktor Frankl)

cos'è l'uomo v Frankl